La Battaglia di Segonzano

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La “Battaglia di Segonzano”, svoltasi nel 1796 presso l'omonimo castello, segna una svolta storica con la prima grave sconfitta ed il blocco dell'avanzata dell'esercito comandato da un giovane generale chiamato Napoleone Bonaparte.

Nell'autunno di quell'anno le truppe francesi avevano conquistato il territorio dell'attuale nord Italia fino a Trento e stavano avanzando verso il Tirolo del sud attraverso la Val di Cembra (le valli dell'Avisio erano teoricamente più agevoli da conquistare rispetto alla paludosa Val d'Adige).
In ottobre ci furono diversi scontri nei pressi di Segonzano, ma l'azione che portò alla battaglia qui ricordata fu ordinata da Napoleone all'inizio del mese successivo. Il 2 novembre 1796 il generale francese Vaubois diede l'assalto a San Michele, Lisignago e Segonzano con tre distinte colonne.

Bisogna sapere che a quel tempo a difesa della valle non c'era un esercito regolare, bensì una milizia territoriale formata dagli abitanti della zona che, privi di addestramento militare, venivano reclutati nelle situazioni di pericolo. Normalmente, al fine di non danneggiare le attività economiche e agricole, solo poche migliaia di persone venivano chiamate alle armi. Nei casi più gravi veniva proclamata la “leva in massa” (in tedesco “Landsturm”) e tutti gli uomini abili erano chiamati a difendere i propri confini, spesso con armi improvvisate; talvolta persino con falci e forconi!
Alla milizia si affiancava la compagnia degli Schützen, in dialetto trentino sizeri  (vedi la pagina di questo sito dedicata al corpo degli Schützen).

Nell'attacco di Vaubois contro Segonzano le forze francesi erano cinque volte superiori a quelle tirolesi, ma l'efficacia degli Schützen nell'utilizzo delle armi e il loro impeto nella battaglia corpo a corpo, specialmente sul Colle di S. Trinità, riuscirono a respingere i francesi che abbandonarono le loro posizioni.
In seguito ad altri sanguinosi scontri nei giorni successivi le truppe tirolesi poterono entrare a Trento il giorno 5, acclamate dalla popolazione al grido di «Bravi, bravi patrioti, bravi bersaglieri!» (i Francesi erano particolarmente invisi alla gente trentina a causa dei saccheggi e delle distruzioni da loro perpetrati durante le operazioni militari).
La battaglia conclusiva del 6 e 7 novembre 1796, nella quale il comandante degli Schützen Felice von Riccabona conquistò Castelpietra, costrinse infine i Francesi ad abbandonare del tutto il Trentino.

Quello riportato qui sotto è un singolare documento: un proclama “Agli Abitanti del Tirolo” fatto stampare da Bonaparte, nel quale si invitano i “Tirolesi” a non ostacolare l'avanzata napoleonica.
È scritto in un bell'italiano, composto senza dubbio da collaboratori locali seguendo indicazioni dei generali francesi.
La data scritta secondo il calendario rivoluzionario (13 Fruttidoro dell'anno IV ) è di poco precedente a quella della battaglia, dal che si deduce che il foglio non ha sortito gli effetti sperati.


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Nonostante la schiacciante vittoria, tuttavia, l'armata imperiale temporeggiò, evidentemente più interessata a respingere Napoleone dal Tirolo che a scacciarlo dal nord Italia, dando così modo ai Francesi di ritirarsi contenendo le perdite.
L'anno dopo le truppe napoleoniche riuscirono infatti a conquistare la maggior parte del Tirolo trentino, nonostante l'opposizione delle compagnie di Schützen di Cembra e di Fiemme.

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© 2004, Fabio Vassallo