Le Piramidi di Segonzano

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Le Piramidi di Segonzano sono probabilmente l'attrattiva più nota della Val di Cembra.

Si tratta di grosse figure di natura erosiva, solitamente a forma di tronco di cono “affilato” (a me ricordano le guglie di una chiesa gotica), ma spesso più simili a lame, creste e crinali; le più alte raggiungono i 20 metri.
Sono talvolta chiamate piramidi di terra, anche se in effetti sono formate da sedimenti varî (terra finissima insieme a pietre di diverse dimensioni).

Molti dei pinnacoli sono coperti da un grosso masso di protezione. Proprio la forma di questo “cappello” ha un'importanza fondamentale nella formazione e conservazione della struttura: se il masso è di forma piatta e leggermente inclinato, riparerà efficamente dalla pioggia i sedimenti sotto di sé, facendo sì che si formi una piramide, e li proteggerà nel tempo dall'erosione.
I Cembrani chiamano affettuosamente le piramidi col cappello i òmeni de Segonzàn (ossia gli uomini di Segonzano).

     
     Una splendida immagine delle piramidi 1


La maggior parte delle formazioni sono nei dintorni del Rio Regnana, nel comune di Segonzano, ma nel passato erano più numerose e presenti anche in altre zone. La foto sotto, tratta da pag. 36 della Storia di Lona Lases, mostra un piccolo fronte di piramidi nel comune di Lona nel 1928 (oggi rimboschito):

     

Nei tempi che furono, essendo la gente pressata da ben altri pensieri, l'interesse verso questa meraviglia della natura non era certo altissimo (per usare un eufemismo). Dice Elio Antonelli: «Le piramidi di Segonzano non sono citate direttamente in alcun documento degli archivi locali. Se ne parla di sfuggita in occasione di qualche disgrazia nell'alta val di Caiàna.
Neppure l'amministrazione comunale si è attivamente interessata al fenomeno, anzi nella seduta del 5 marzo 1893, quando il Capitanato di Trento chiedeva «una concorrenza al mantenimento delle opere di riparazione alle piramidi», rispondeva che essa, «visto il nessun vantaggio che ne ridonda al paese dall'esistenza di quelle piramidi», non poteva e rifiutava di obbligarsi alla futura manutenzione dei lavori. […]»
(Segonzano e Sevignano pag. 28)

Singolare inquadratura di una delle più
alte piramidi del secondo gruppo
2
Secondo una leggenda popolare, in tempi immemorabili c'erano dei folletti che vivevano nella zona del Rio Regnana, ma scorrazzavano per le foreste della valle mostrando poco rispetto per la natura.
Un giorno, per punizione, vennero pietrificati dalle forze divine, dando luogo a queste bizzarre colonne.
Come vorrei che ciò accadesse anche a certi turisti moderni!  

Le piramidi col cappello, ancorché non eterne, resistono diverse centinaia d'anni. Però temono molto i terremoti: in effetti la loro struttura è abbastanza solida ed elastica da resistere a sismi anche di discreta magnitudo, ma il movimento causato dalle scosse fa spesso cadere a terra il masso protettivo, condannando la guglia ad una progressiva ed inesorabile erosione.
Una piramide priva di cappello viene solitamente consumata dagli agenti atmosferici in un tempo inferiore al secolo. L'ultimo significativo terremoto registrato in valle è quello devastante che ha colpito il Friuli il 6 maggio 1976: in Val di Cembra è stato avvertito con intensità del V grado della scala Mercalli (4.8 in quella Richter). Da allora l'altezza delle piramidi da esso “scoperchiate” è diminuita alla velocità di un metro ogni cinque o sei anni.

È tuttavia possibile che conglobate nello stelo della piramide ci siano altre pietre: se una di queste, portata allo scoperto dall'erosione, ha forma e dimensioni adatte, essa diventerà il suo nuovo cappello.
Può essere una questione dibattuta se un masso sia felice di ricevere l'onore di essere in cima alla piramide o se piuttosto non gradisca starsene al riparo dalla pioggia e dal vento: forse, come per le persone, ci sono pietre con diverse preferenze…

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© 2004, Fabio Vassallo